Attualmente il dialetto di Camerano è l'anconetano, con differenze leggerissime, ma fino agli anni '70 del '900 era presente una vera e propria isola linguistica di tipo gallo-italico, perché a differenza della parlata del capoluogo e delle località limitrofe, si tendeva a lenire o a far scomparire qualsiasiasi vocale finale diversa da -a. Questo fenomeno era un tempo presente anche in alcune frazioni di Ancona, come Poggio o Varano, e faceva sì che la parlata fosse praticamente uguale a quella di Ancona, che è di ceppo umbro-romanesco con influenze gallo-italiche, ma con le -o/-e/-i finali lenite (un esempio è la parola letamaio, che suonava grasciaro ad Ancona, Osimo e Jesi, mentre a Camerano suonava grasciàr'). Il vocabolo indèlma, parola greca riportata anche da Tacito che significa impronta, forma, era una parola molto usata nel dialetto cameranese, e in special modo dagli artigiani, calzolai e sarti. Oggi è ancora usata da molti cittadini di Camerano. Deriva dal greco classico ed è stata importata da Dori.
È un fenomeno curioso ma purtroppo scarsamente documentato e ormai del tutto scomparso dalla bocca dei parlanti, poiché le nuove generazioni sono andate sempre più assimilando il cameranese originario all'anconetano, sostituendo ad esempio l'antico gin (andiamo) con andan, modifica piccola e pur sempre peculiare. Fonte: wikipedia.