15 Oct
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"I reperti archeologici hanno riportato notizie di un primo insediamento umano sul colle sin dall'epoca neolitica (III millennio a. C.). In contrada Fontevecchia, alla periferia nord-ovest dell'abitato del paese, gli scavi della Soprintendenza Archeologica di Ancona hanno riportato in luce nel 1968 uno stanziamento con materiali di tipo subappenninico, mentre in contrada S.Giovanni sono stati rinvenuti successivamente resti di insediamenti del neolitico e dell'età del bronzo.
Nonostante questo si potrebbe dire che Camerano nacque come villaggio di capanne sulla sommità di una "gradina" nel periodo Piceno. A testimonianza di questo una necropoli portata alla luce dagli scavi compiuti nei secoli successivi, che hanno restituito più di cento tombe Picene databili dall'XI al III secolo a.C., a testimonianza del fatto che il paese fu uno dei primi centri abitati piceni nelle Marche. Il materiale rinvenuto è conservato nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona; alcuni reperti di origine celtica, greca e picena, invece, sono custoditi in loco presso l'Antiquarium Comunale.
Durante il periodo romano il centro abitato diminuì di importanza e la gente si disperse nelle campagne, mentre, in epoca medioevale, si manifestò una rinascita dello stesso, che portò alla attuale configurazione del centro storico.
La più antica fonte documentaria medievale che sembra riguardare Camerano è quella del "Codice Bavaro" (Liber Traditionum Ecclesiae Ravennatis), della seconda metà del X secolo, dove si fa riferimento al monastero femminile di Santa Maria e Sant'Agata, all'interno della diocesi di Numana e che sembrava essere situato a Camerano nella zona circostante l'attuale chiesa di S. Francesco. Altre fonti documentarie importanti sono due privilegi pontifici del 1177 e del 1183 dove viene nominato il paese come «Castro Camurani» , da riconoscere quindi come un vero e proprio castrum medievale. Nel 1198 Camerano figurava, per la prima volta, come comune indipendente e appartenente alla lega di comuni creata per contrastare Marcovaldo inviato da Enrico VI. Nel 1212 a Camerano figuravano anche due consoli: Bernardo Ionathe e Stefano Marchi, chiari segnali di un breve periodo in cui il paese fu libero comune, prima di finire nel periodo successivo sotto il controllo della più grande Città di Ancona, diventando uno dei circa venti castelli di Ancona, ed aveva il compito di difendere l'area del Conero, insieme ai castelli di Varano, Poggio, Massignano, Sirolo. Sulla rupe del "Sassone" sorse probabilmente quello che fu il primo castello o borgo fortificato.
Dal 1797 al 1798 subì l'occupazione dei napoleonici e, in seguito, tra il 1815 e il 1819, il comune affrontò un periodo di grave carestia.
Camerano venne annesso al Regno d'Italia nel 1860 dopo la battaglia di Castelfidardo. Dopo la seconda guerra mondiale e l'occupazione tedesca del 1943, il comune fu liberato dagli alleati nel 1944; è durante questo periodo che le labirintiche grotte furono adibite a rifugio per la popolazione contro i bombardamenti.
L'organizzazione urbanistica rimase pressoché invariata fino agli inizi del secolo XIX il paese quando cominciarono ad espandersi nuove zone abitative come la "Piana" (via Garibaldi) e la "Speranza" (via Loretana), oltre al nucleo storico rappresentato dal "Borgo" (via G. Leopardi e via Cavallotti).
Agli inizi del Novecento incominciò a svilupparsi l'artigianato che caratterizza tuttora la vita economica del paese; intorno al 1940 in seguito anche all'incremento demografico l'area urbana si estese lungo via Loretana e nella contrada San Giovanni. Negli anni '60, Camerano conobbe un vero e proprio boom economico e si trasformò in centro industriale, con la costituzione di numerose imprese artigiane e industriali soprattutto nel settore degli strumenti musicali e, più tardi, della lavorazione del legno, dei metalli, della plastica, dell'abbigliamento e della produzione di vino, il Rosso Conero, che rendono ancora oggi famoso ovunque il nome di Camerano." Fonte: wikipedia
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